Le ragioni di fondo, che determinarono l’avvio delle grandi migrazioni, sono complesse ed articolate e si possono riassumere in tre grandi motivazioni. La prima riguardava l’aspetto economico ovvero l’enorme indigenza e povertà in cui versavano le popolazioni meridionali subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e, con l’inizio degli anni Cinquanta, la differenza economica e occupazionale rispetto al Nord. La seconda, di tipo demografico e legislativo, interessava l’enorme sovrappopolazione delle campagne meridionali e la decisione del partito egemone al governo, la Democrazia Cristiana, di risolvere il problema con la pianificazione dell’emigrazione di massa. La terza, di tipo politico e culturale, era la diretta conseguenza della sconfitta delle lotte contadine e della sistematica esclusione dei suoi protagonisti dalla concessione delle terre e, più in generale, del sostanziale fallimento della riforma agraria, per cui i Meridionali furono costretti a ricominciare altrove.
Tratto da Candido N. (2017), “I Migranti Meridionali nel Nord italia, dal dopoguerra ad oggi“, p. 43